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POLITICHE TARIFFARIE

(fiscali e di compartecipazione alla spesa dei servizi da parte dei cittadini)

 

Premessa

 

Queste elezioni amministrative comunali presentano inusitate incertezze di carattere ordinamentale e normativo; basti ricordare che:

  • l'8 aprile è entrata in vigore la L. 56/2014, più nota come "legge Del Rio" che detta disposizioni in materia di province,città metropolitane, comuni e loro unioni e fusioni; ma tali disposizioni hanno valenza transitoria in attesa della riforma del Titolo V della Costituzione

  • la riforma del Titolo V della costituzione potrebbe  prevedere anche una rimodulazione dei centri di governo della spesa socio-sanitaria, e della fiscalità che la finanzia.in questo contesto è difficile fare budget e previsioni di spesa

  • il decreto legge con misure urgenti per gli enti locali, più noto come "decreto salva Roma", è stato approvato da un ramo del Parlamento: nessuna certezza che il testo verrà confermato dall'altro ramo;

  • il decreto legge adottato dal Consiglio dei Ministri, noto come "decreto € 80 al mese", contiene anche norme, al momento non meglio specificate, riguardanti i comuni: ad esempio sembra sia prevista una riduzione delle municipalizzate a non più di 1000 sull'intero territorio nazionale e una concentrazione massiccia di centri di acquisto di beni e servizi.

Inoltre in merito al caso En.Cor è certo che il Comune si ritroverà ad affrontare una o più cause legali: lunghe, dispendiose e di esito incerto fino alla loro conclusione.

Questo comporta che già da quest’anno chi amministrerà Correggio dovrà prevedere a bilancio l’accantonamento di cifre importanti per poter far fronte ad eventuali condanne.

Soldi che mancheranno per garantire l’attuale livello di servizi e prestazioni (già diminuito negli ultimi anni a causa delle leggi nazionali) e/o andranno reperiti attraverso un inasprimento delle tasse o tariffe locali.

Far finta di niente rispetto a questa difficilissima eredità lasciata dalla precedente amministrazione PD non è certo atto di serietà e di trasparenza amministrativa.

Ancor meno lo è fare promesse difficili da mantenere.

Ad esempio in alcuni programmi che già circolano a Correggio si legge che non saranno aumentate o addirittura saranno ridotte "le tasse comunali", senza specificare quali e come.

 

Proposte

 

  • Ridistribuzione dei carichi tributari comunali. Riteniamo che sia più realistica e giusta una proposta di ridistribuzione dei carichi tributari comunali, utilizzando tutti gli strumenti impositivi a disposizione per favorire disoccupati, contribuenti meno abbienti, beni di base come le prime case, rilancio dell'occupazione in vari settori rilevanti per l'economia locale

  • Evitare gli sprechi.  Dobbiamo impegnarci per una verifica sia funzionale che partecipativa della struttura "ingegneristica" della nostra amministrazione: evitare doppioni fra assessorati e istituzioni parallele, aggiornare le funzioni che possono produrre risparmi di spesa se gestite a livello di unione dei comuni, far sentire la nostra voce anche in enti o società (ad esempio IREN) in cui siamo piccola parte, verificando fra l'altro il contenimento di indennità, gettoni di presenza e rimborsi entro limiti congrui, muovendoci comunque all'interno delle nuove disposizioni e non escludendo azioni politiche per un loro miglioramento.

  • Lotta all'evasione. Oggi più che mai, inoltre, è necessario tenere la barra ben ferma sulla lotta all'evasione e all'elusione fiscale, nonchè alla pratica dei "furbetti" che si avvalgono indebitamente di agevolazioni tariffarie e contributi sociali, sottraendo anche a livello locale risorse preziose per il soddisfacimento di bisogni reali.

 

EN.COR

 

  • LA QUESTIONE FALLIMENTARE

Nei giorni scorsi il Giudice fallimentare ha ammesso 36 domande di credito per un ammontare complessivo di circa 30 milioni di euro. Una cifra che sembra lontanissima da quanto si potrà realizzare dagli attivi o dalla vendita dei beni di En.Cor - compresi i terreni, per un valore complessivo di quasi 5 milioni di euro, conferiti gratuitamente dal Comune ad En.Cor; ricordiamo che la cessione di gran parte di tali terreni è avvenuta nel dicembre 2012, quando En.Cor era ancora pubblica ma era ormai noto che la legge imponeva di venderla entro pochi mesi.

Purtroppo il Giudice non ha ammesso fra i creditori il Comune di Correggio; questo comporta che probabilmente quest’ultimo dovrà pagare la seconda rata dell’acquisto della scuola elementare S.Francesco (c.a 130.000 euro) e altre cifre che il Comune ancora doveva ad En.Cor per servizi di global service.

Rimane poi aperta la scottante questione delle lettere di patronage rilasciate dal Comune a favore delle banche che avevano concesso crediti ad Encor quando ancora era di proprietà pubblica. Una di queste, creditrice di circa 10,7 milioni, ha già avviato un’azione legale per avere questi soldi dal Comune. Altre due, che vantano assieme un credito di circa 17,4 milioni, per il momento stanno cercando di recuperare il loro credito nell’ambito del procedimento fallimentare di En.Cor; ma se il risultato fosse per loro insoddisfacente non è escluso che in seconda istanza provino a bussare al portone del Comune.

 

  • LE RESPONSABILITA'

Per tutelare gli interessi della città, nei procedimenti sia in corso (causa fallimentare, causa promossa dalla banca S. Felice contro il Comune) che eventuali, sarà necessario promuovere  un’azione di responsabilità verso i vecchi amministratori, non solo per una questione di moralità ma per individuare anche eventuali danni materiali.

 

  • I BENI IMMOBILI

La vicenda Encor e il fallimento della nuova società, provocherà la vendita all'asta dei beni immobili di proprietà, coinvolgendo i terreni ceduti dal Comune alla nuova proprietà che acquisì Encor, convertiti da zone agricole in zone industriali. Tale destinazione può costituire un pericoloso ed incontrollabile uso del territorio, creando potenziali zone produttive di espansione, distribuite senza un criterio strategico sul territorio comunale.

Potrebbe essere valutata la possibilità di un'immediata variante urbanistica per riconvertire tali aree da zone industriali in zone agricole, ristabilendo un governo del territorio e del suo sviluppo.

In mancanza di tale opportunità potrebbe essere promossa una sottoscrizione popolare che permetta l'acquisizione di tali aree, a base d'asta, da parte di un ampio gruppo di cittadini, che contribuiscano volontariamente in base alle loro capacità economiche, valutandone un futuro utilizzo sostenibile (agricoltura di comunità, orti, ecc.) e anche in questo caso potenzialmente virtuoso per promuovere nuove sensibilità, anche attive, sugli usi territoriali

 

CENTRALI A BIOGAS E BIOMASSE

 

Premessa

 

E’ necessario affermare con forza che l’agricoltura e i terreni agricoli servono per produrre cibo. Ci preoccupa questo rapido incremento nell’uso di ampie porzioni di territorio agricolo per produrre agroenergie e biocarburanti . Fenomeno tanto più grave se posto accanto alla speculazione edilizia e alle tante varianti che hanno reso edificabile tanta parte di territorio agricolo

Occorre ricordare che in Italia non abbiamo bisogno di costruire nuove centrali elettriche, ma solo di sostituire centrali inquinanti con altre meno inquinanti. Infatti le nostre centrali vengono utilizzate in misura largamente inferiore alla loro potenzialità e attualmente la potenza installata per la generazione di energia elettrica è quasi il doppio della massima domanda nelle ore di punta:  e negli ultimi anni la domanda di energia elettrica è diminuita. (Articolo sul Biogas Gianni Tamino, Padova 2010)

Il numero di centrali presenti nel nostro territorio è più che sufficiente,  rivendichiamo l’autorità ai Comuni di potere decidere dei nuovi insediamenti sul proprio suolo.

Riteniamo  che sia virtuoso il trattamento dei rifiuti organici ,oltre che con il compostaggio, anche attraverso impianti di biogas che oltre a produrre energia rinnovabile dovranno essere impiegati in cogenerazione. Piccoli impianti di biogas all’interno degli allevamenti suini e bovini sono utili per lo smaltimento dei reflui e possono contribuire all’autosufficienza energetica di tali aziende.

In ogni modo riteniamo che, come in tutte le altre circostanze, si debba avere rispetto per la legalità e che l’ente pubblico debba operare in modo trasparente per tutelare i cittadini ed il territorio da abusi e da violazione delle norme.

Le regole di sostenibilità ambientale ed i criteri per la realizzazione degli impianti emanati dalla Regione Emilia Romagna comprendono normative, oggi spesso disattese, che dovranno invece essere applicate scrupolosamente.

E' fondamentale quindi che questi impianti vengano controllati, come è giusto che sia, per far si che funzionino sempre in maniera corretta e che l’ente pubblico operi in modo trasparente per tutelare i cittadini ed il territorio da abusi e da violazione delle norme. Le regole di sostenibilità ambientale ed i criteri per la realizzazione degli impianti emanati dalla Regione Emilia Romagna comprendono normative, oggi spesso disattese, che dovranno invece essere applicate scrupolosamente.

 

Proposte

 

  • Verificare che le condizioni per cui le autorizzazioni sono state concesse vengano puntualmente rispettate.

  • Verificare che la normativa in essere venga applicata rigorosamente.

  •  Farsi promotore di un coordinamento di sistemi di controlli tra i diversi soggetti preposti affinché si possa migliorarne l’efficacia e l’efficienza

  • Verificare l’idoneità della viabilità per il transito frequente di mezzi pesanti da e per gli impianti.

  • Monitorare periodicamente lo stato di inquinamento dell’aria con particolare attenzione al superamento dei valori del PM10 (particelle microscopiche)

  • Farsi promotori affinchè la Regione preveda la valutazione di impatto ambientale anche per impianti inferiori al megawatt e disincentivi la costruzione di tali impianti. Va perciò impedita la possibilità di costruire , a poca distanza, più impianti inferiori al megawatt.

  • Fare azioni di controllo sullo smaltimento dei rifiuti prodotti dagli impianti (digestato)

 

LOTTA ALLE MAFIE

 

Premessa

Come dimostrato dagli ultimi avvenimenti, gli arresti nella Bassa Reggiana, la presenza nel nostro territorio delle mafie non può essere ritenuta semplicemente un'infiltrazione.

Proposte

  • promuovere iniziative, in collaborazione con le associazioni che già operano su questo tema a Correggio, che aumentino il livello di informazione dei cittadini e delle cittadine sul problema “Mafie”.

  • Collaborare con le forze dell'ordine per un'attenzione sul territorio per es. per I rischi d'usura, gioco d'azzardo, ecc.

  • Porre la riflessione, in particolare tra I giovani sugli atteggiamenti “mafiosi” che sono diffusi e quasi inconsapevoli.

  • Con riferimento ai protocolli già in atto, porre particolare attenzione alle procedure degli appalti.

 

 

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