
In questi giorni assistiamo a un imbarazzante stillicidio di notizie, illazioni e dichiarazioni su En.Cor.
Visite di Primo Greganti a Encor, incontri di locali dirigenti PD con Ugo Sposetti, relative versioni dei fatti di Luciano Pellegrini (ex amministratore unico di En.Cor) e dell’ex assessore Marcello Bulgarelli. Prima c’era stato il duro scambio di accuse fra l’ex sindaco Iotti e il PD. Ora dice la sua anche Matteo Coveri, amministratore di Amtrade, l’osannata (da Iotti e PD, che allora battevano pari) holding svizzera che attraverso una sua controllata italiana un anno fa acquistò En.Cor dal Comune e ne è poi rimasta proprietaria fino al fallimento di inizio anno; Coveri – stando a quanto riportato dai giornali locali - adesso accusa il Comune di “aver venduto le quote di En.Cor falsificando i bilanci” e si chiede: "possibile che il PD non si sia accorto di nulla?”
Avevamo ragione: En.Cor non è un reperto del passato, c’è ancora molto da dire e da chiarire, probabilmente anche da parte della magistratura.
Per questo abbiamo scritto sul nostro programma: “ Noi perseguiremo tutte le strade possibili (cause legali ed azioni di responsabilità) per individuare le responsabilità ed i danni causati alla collettività e per tentare di recuperare parte delle somme sperperate da questa sciagurata gestione”. E chiederemo che si dia una sbirciatina anche a cosa è successo dopo la privatizzazione di En.Cor, a cominciare proprio da modalità e tempi dei pagamenti effettuati da Amtrade al Comune per diventare proprietaria della s.r.l.
Ribadiamo, percio', che non aver neanche citato En.Cor nei propri programmi (come hanno fatto quasi tutte le altre liste elettorali) o è una grave ingenuità o è segno di aver la coda di paglia.
Anche escludendo implicazioni giudiziarie (tutt’altro che impossibili), non c’è dubbio che questa vicenda ha già causato seri danni alla nostra città ed è probabile che altri ne riservi in futuro.
Le responsabilità gestionali e tecniche di questo grave risultato sono certamente dell’amministratore e del direttore di En.Cor. Ma chi li aveva scelti e chi li ha tenuti fino alla vendita, nonostante l’azienda avesse sempre prodotto solo perdite?
Il proprietario, cioè il Comune, non aveva nessuno al timone? Sindaco, Giunta, Consiglio Comunale (tutti organi composti in modo esclusivo o maggioritario da esponenti PD) dov’erano? E' così che si curano gli interessi dei cittadini?
Accanto e prima di una responsabilità gestionale e tecnica, c'è quindi un'enorme responsabilità politica. I reiterati tentativi del PD di autoassolversi sono patetici, e purtroppo continuano anche con la nuova gestione Malavasi/Pelosi. Ancora più goffo e arrogante è il tentativo di nascondere l’inconsistenza dei propri argomenti denigrando chi li critica: è lo stesso vecchio metodo usato l’anno scorso verso coloro che chiedevano chiarezza e trasparenza.
E' un fatto e non un’opinione che il PD ha pubblicamente sostenuto le scelte e le dichiarazioni dell'ex sindaco fino a poche settimane prima di sfiduciarlo.
Se sapeva e ha taciuto cercando di insabbiare è corresponsabile.
Se invece non sapeva bisogna chiedersi: a cosa serve dare tanti voti e tanto potere a un partito che poi non sa neppure cosa succede in Comune?
Decida il PD in quale delle due ipotesi riconoscersi, perché una terza non c'è. Riflettano gli elettori se tornare a dare fiducia a un partito che, in un caso o nell'altro, su una questione così importante ha fallito clamorosamente.
Che dire poi dei partiti che nella precedente legislatura costituivano la minoranza consigliare? Certo, hanno minori responsabilità; ma è assolutamente insoddisfacente il loro ruolo di controllo e denuncia dell'operato della maggioranza. I cittadini hanno appreso a poco a poco come stavano le cose grazie alla campagna del Comitato Via la nebbia, non certo grazie all'inutilmente roboante Gianluca Nicolini. Il quale non a caso, sentendosi la coda di paglia, ha sempre osteggiato il Comitato. Del resto, più che gli attuali proclami sono rivelatori i suoi contraddittori comportamenti passati: dal rammarico per le dimissioni di Pellegrini da direttore del Comune alle varie manovre per non far dimettere Iotti, dalle tante astensioni o voti favorevoli a delibere su En.Cor alla mancanza di una vera battaglia pubblica per fare chiarezza su tale vicenda. Adesso tutti minacciano sfracelli. Ma perché non hanno mai presentato una denuncia o un esposto alla magistratura, come ha invece fatto il Comitato Via la nebbia?
Che dire anche delle attuali critiche della Lista Correggio ai cittadini? Se è vero che fra i suoi promotori ci sono anche l'ex vice-sindaca Gobbi e l'ex assessore Pozzi hanno poco da accusare gli altri: alcuni fra i maggiori responsabili del disastro En.cor li hanno in casa. Sarà per questo che anche nel loro programma En.Cor non è neppure citata?
16 maggio 2014

Lo scandaloso fallimento di En.Cor rappresenta tuttora un attualissimo tema del quale dovrebbe occuparsi il confronto politico-amministrativo a Correggio.
Sia per l’entità del danno economico che ha già prodotto e ancora produrrà in futuro, sia per la concezione e la pratica di governo che ha messo in luce. Una pratica che ha portato prima a gravi errori dovuti a un mix di incompetenza, presunzione e arroganza; successivamente al tentativo di nasconderli, negarli o sminuirne la portata, contro ogni evidenza e contro la sacrosanta richiesta di comitati di cittadini che chiedevano di conoscere la verità. Il tutto gestito in ristrette cerchie di amministratori, dirigenti pubblici e di partito.E’ inutile far finta di niente o cercare di relegarlo ad un passato da dimenticare. D’altra parte, se non ci fosse stato il fallimento politico e imprenditoriale di En.Cor non ci troveremmo oggi con il Comune commissariato.Per questo sorprende che quasi tutti i programmi elettorali dedichino poca o addirittura nessuna attenzione a tale questione.
Colpisce, in particolare, che nei programmi del PD (e alleati), della Lista “Correggio ai cittadini” e perfino di Rifondazione comunista non compaia neppure la parola En.Cor.
D’altronde il PD, che ha la principale responsabilità di questa gravissima vicenda, non ha mai fatto una seria e credibile autocritica. Questa ulteriore clamorosa omissione solleva più di un dubbio sulla reale volontà di fare davvero i conti con quel che è successo e di cambiar metodo nel futuro, anche da parte del presunto nuovo corso impersonato dalla candidata Ilenia Malavasi e dal segretario Fabrizio Pelosi.Per non parlare dei suoi alleati, fra i quali c’è anche il Forum per Correggio, all’opposizione nella scorsa legislatura, nella quale aveva già messo in luce – come del resto gli altri gruppi consiliari di minoranza - l’incapacità di svolgere un’efficace funzione di controllo e di denuncia.Anche il silenzio della Lista “Correggio ai cittadini” probabilmente non è una casuale distrazione: potrebbe essere spiegata, ad esempio, con la circostanza che fra i suoi sostenitori ci sono alcuni autorevoli esponenti dell’ex Giunta Iotti.Insomma, invece della severa autocritica o critica che meriterebbe la gravissima vicenda En.Cor, da parte di alcuni permangono amnesie e silenzi che ci fanno dubitare di una reale volontà di voltar pagina. Anche per questo abbiamo deciso di non dare più deleghe in bianco: questa volta vogliamo esserci in prima persona.
D’altra parte le conseguenze del fallimento di En.Cor si faranno sentire ancora a lungo.
Poche settimane fa il Giudice fallimentare ha individuato i creditori aventi diritto, per un ammontare complessivo di circa 30 milioni di euro. Una cifra che sembra lontana da quanto si potrà ricavare dagli attivi e dalla vendita dei beni di En.Cor - compresi i terreni, per un valore complessivo di quasi 5 milioni di euro, conferiti gratuitamente dal Comune ad En.Cor. Ricordiamo che la cessione di gran parte di tali terreni è avvenuta nel dicembre 2012, quando En.Cor era ancora pubblica ma era ormai noto che la legge imponeva di venderla entro pochi mesi.Rimane aperta anche la scottante questione delle lettere di patronage rilasciate dal Comune a favore delle banche che avevano concesso crediti ad En.Cor quando ancora era di proprietà pubblica. Una di queste, creditrice di circa 10,7 milioni, ha già avviato un’azione legale per ottenere questi soldi dal Comune. Altre due, che vantano assieme un credito di circa 17,4 milioni, per il momento stanno cercando di recuperare il loro credito nell’ambito del procedimento fallimentare di En.Cor; ma se il risultato fosse per loro insoddisfacente non è escluso che in seconda istanza provino a bussare al portone del Comune.E’ certo, quindi, che il Comune si ritroverà ad affrontare una o più cause legali: lunghe, dispendiose e di esito incerto fino alla loro conclusione. Questo comporta che già da quest’anno chi amministrerà Correggio dovrà prevedere a bilancio l’accantonamento di cifre importanti sia per sostenere le spese legali sia, soprattutto, per poter far fronte ad eventuali condanne.Soldi che mancheranno per garantire l’attuale livello di servizi e prestazioni (già diminuito negli ultimi anni a causa delle leggi nazionali) o andranno reperiti attraverso un inasprimento di tasse o tariffe locali.
Far finta di niente rispetto a questa difficilissima eredità lasciata dalla precedente amministrazione PD/IDV non è indice di serietà e di trasparenza amministrativa.
Neppure fare promesse difficili da mantenere: ad esempio dire – come fa la Lista di Catellani e Spaggiari - che non saranno aumentati i tributi locali. Noi riteniamo invece che sia più realistica e giusta una proposta di ridistribuzione dei carichi tributari comunali, utilizzando tutti gli strumenti impositivi a disposizione per favorire, ad esempio, disoccupati e cassintegrati, contribuenti meno abbienti, beni di base come le prime case.